L’ottusità del bloccare internet in azienda

Pubblicato da Davide, lunedì 29 settembre 2008 12 Commenti »

[foto Flickr]

Stamattina ero alle prese con lo studio di un nuovo documento riguardante la qualità dei progetti. Arriva via mail da un collega e parla di APQP. La sigla mi risuona vagamente in testa, dovrebbe essere un metodo per la qualità nei processi produttivi.. ma ne siamo sicuri? Google dimmelo tu: APQP – Advancep Product Quality Planning. Ma certo, ora è tutto più chiaro, beata wikipedia.

Le ore passano e le cose si complicano, nel famigerato documento subentrano sigle su sigle: FMEA, PPAP, PFMEA, SOP.. Bastano 30 secondi e tutti i dubbi vengono risolti. Qualche ricerca ed ecco le scoperte: Failure Mode and Effects Analysis, Production Part Approval Process, Process Failure Mode and Effects Analysis, Start Of Production.. Ma se non avessi avuto internet a disposizione?

Probabilmente avrei rotto le scatole a un collega, e il collega costa all’azienda molto più di un accesso internet, e l’accesso internet con il blocco della navigazione costa molto di più perchè ci sono le licenze del software per il monitoraggio di ogni utente. In sostanza: 5 minuti di pausa per guardare repubblica.it o dare la formazione su  buzzerbeater fruttano all’azienda molto più di ciò che si possa pensare.

Bloccare internet è da retrogradi, capisco i problemi legati alla “perdita di produttività”, ma una formazione dei dipendenti circa l’uso consapovele del web comporterebbe sicuramente un “aumento di produttività”. Bloccare è l’azione più rapida e meno costosa, in termini di impegno collettivo, ma di certo non è la soluzione migliore. Molto meglio responsabilizzare i dipendenti circa un uso coscienzioso di internet, perchè dietro lo schermo c’è un mare di strumenti e informazioni utili al lavoro di tutti i giorni.

Generalmente le politiche di blocco prevedono una delle seguenti modalità:

  • Consentire la navigazione solo su siti fidati, come il portale interno, il sito dell’azienda e qualche sito accuratamente selezionato, come ad esempio il Sole24Ore o Wikipedia. E’ come offrire il telefono e permettere di chiamare solo 3 numeri: il centralino, il fornitore e il capo. Se un giorno il fornitore ti chiede di chiamare un diverso centro di assistenza, tu perdi 2 ore per farti attivare le chiamate verso un nuovo numero. Che senso ha?
  • Consentire la navigazione solo in alcune finestre temporali, ad esempio durante la giornata si possono sfruttare sessioni di navigazione da 15 minuti, tre volte al giorno. E’ come offrire il telefono e permettere di chiamare il fornitore solo in alcuni momenti, e se non lo trovo? Riproverò domani.. ma intanto una giornata di lavoro è passata.
  • Bloccare la navigazione solo su determinati siti, è la versione più soft, tutto sommato tollerabile. Non mi sembra corretto che un dipendente passi mezz’ora per giocare al fantacalcio on-line, ma se quella è l’indole probabilmente la stessa mezz’ora potrebbe passarla al telefono.
    I siti ai quali vietare l’accesso sono a discrezione dei dottori del CED: ho provato sulla mia pelle il blocco di siti come GoogleDocs o SlideShare, che in fondo sono strumenti utilissimi nella ricerca-scambio quotidiano di informazioni. Qualcuno può essere certo di sapere con esattezza dove risiedono le notizie di cui tutti i dipendenti hanno bisogno?

Internet è uno strumento, la qualità dello strumento è indiscutibile: bloccarlo significa bloccare i propri lavoratori, incastrarli dietro uno schermo senza accesso a un mondo di informazioni e opportunità. Proprio come il telefono, un uso sbagliato può recare danni all’azienda, ma non è privandone tutti indistintamente che si risolvono i problemi.

Giusto per chiudere con un esempio, quanto tempo avrei dovuto perdere (e fatto perdere ad altri) per sapere tutti i dettagli di un Process Flow Chart senza accesso al web? Ma senza andare sul tecnico, anche solo la pianificazione di una trasferta (la strada per arrivare dal cliente, dove pranzare, dove dormire) richiede il doppio del tempo senza internet.
E tu? Hai mai lavorato o lavori in un ufficio dove internet è limitato? Come ti trovi e quali sono i “motivi ufficiali” per giustificarne il blocco?

12 Commenti »

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  1. 1

    Beh… secondo me youtube si può bloccare senza problemi ;)

  2. 2

    E’ vero in parte.. anche youtube può offrire spunti interessanti.

    Il problema non è cosa bloccare, ma come la gente usa questi strumenti..

  3. 3

    secondo me hai perfettamente ragione, ma è anche vero che in alcune situazioni è necessario, la formazione spesso non basta.

  4. 4

    [...] L’ottusità del bloccare internet in azienda [...]

  5. 5

    Assolutamente contrario al blocco di internet negli uffici. Sono più per un “controllo” o un “log continuo” della navigazione, in modo che i dipendenti sanno che se visitano siti “strani” o non attinenti al lavoro, poi dovranno renderne conto.

  6. 6

    Bloccare internet …. a volte E’ NECESSARIO anzi E’ OBBLIGATORIO …. visto che la formazione ai dipendenti non basta, neanche se dura 10 anni.

    Come posso permettere che un PC dato in mano ad un collega ed adibito a servizo pubblico possa incasinarsi perche lui/lei nel tempo libero si fa una ripassata di tutti i siti che più gli piacciono e non basta mettere delle protezioni, spesso i siti chiedono in lingua inglese se vuoi installare questo o quello e ovviamente si clicca sempre su “ok” senza sapere quello a cui si sta dando l’ok ad installarsi sul pc.

    Poi quando succede il papocchio ti chiamano e ti dicono…”qui non funziona niente….” … “da quando avete messo mani voi si blocca sempre” e tu allora domandi… “Si ma cosa avete caricato??”” ….. dall’altra parte rispondono “Noi? …. nulla … assolutamente nulla … noi qui lavoriamo”.

    Allora ti metti in macchina per portargli un Pc funzionate … controlli il loro e ti accorgi che hanno dato l’ok a caricare un sacco di spazzatura e quando gli fai notare la cosa ti rispondono … “e io che ne so … mica sono un informatico!!!” beh visto che TU dici che per usare un PC correttamente devi essere un informatico e non lo sei …. visto che mi dici che non conosci l’inglese ma dai l’ok su domande in inglese, allora taglio il problema all’origine …. Lascio solo quello che devi utilizzare ti inibisco l’uso di un qualsiasi browser e ti lascio attva solo un VPN che ti indirizza solo e soltanto ai server che dico io.

    La cosa è giusta? non lo so, ma di sicuro so che da quando adottiamo questo metodo da “Gestapo” i blocchi sono diminuiti del 78% no dico 78% … vuol dire che la produttività dell’operatore è aumentata, non ci sono state lamentele da parte del pubblico (quindi al lavoro non è stato tolto nulla) e gli addetti informatici si sono dedicati a cose più importanti che scoprire che il Pc di un collega si è imputtanato perche si è caricato chissà che….a già … dimenticavo….a volte…SPESSO conviene pure inibire il caricamento dei programmi, quesi sempre pirati tanto in caso di controllo paga l’azienda….in teoria pagherebbe anche l’operatore perche direttamente responsabile del suo Pc…ma qui entriamo in un campo minato…quindi come si dice dalle mie parti…”Togliamo la paglia da davanti al ciuccio”.

    Se poi mi venisse il pallino di controllare quante chiamate sono state fatte al CED per dire… “scusa mi sblocchi questo sito che mi serve per lavoro ma il content filter me lo blocca?” …. vado a controllare e scopro che non ho ricevuto alcuna chiamata … mmmmh….stai a vedere che la maggior parte dei siti sono “non consoni” all’attività dell’azienda (pubblica/privata).

    Consentire la navigazione solo su siti fidati?
    Consentire la navigazione solo in alcune finestre temporali?
    Bloccare la navigazione solo su determinati siti?

    Ha senso e tanto, gli utenti non sanno gestirsi (sarebbe meglio dire che non se ne fregano nulla), specie quelli che vivono in uffici distaccati

    Si lavoro in un’azienda dove internet è limitato, il traffico è loggato e dove prima era tutto libero …. molto meglio ora, chi effettivamente lo usa per lavoro ne ha trovato beneficio e non si è lamentato, gli altri privati di un così grande mezzo di “cazzeggio” (perche usato male) si sono sentiti derubati di….. di che? Sinora non hanno fornito un solo motivo valido relativo alle loro funzioni per farsi riabilitare internet … Felicissimo di accogliere il primo.

    Firmato da un ….. come li hai definiti?? “dottori del CED”

  7. 7

    Ciao Spillo,
    si sente dalle tue parole che ci sono stati troppi casi, troppa gente che alla fine vi ha spinto a bloccare l’accesso; probabilmente avete fatto bene, non conosco la situazione e non voglio esprimermi nel merito..

    Più in generale dico di essere favorevole al blocco singolo (vecchio detto: colpirne uno per insegnare a tutti..), se qualcuno percepisce il web come “grande strumento di cazzeggio” e periodicamente frigge delle macchine è giusto prendere misure drastiche, ma chiudere a tutti proprio no.. anche dalla semplice consultazione del feed reader (quindi di tanti blog/domini..) qualcuno può venire a conoscenza di qualcosa che riguarda l’organizzazione, che potrebbe migliorare il suo lavoro o quello di altri.
    Ti posso fare un altro esempio: spesso mi capita di dover tradurre testi o semplicemente ricercare il suono di una parola. Come dovrei fare senza avere accesso a forvo?

    Senza sottovalutare un’altra grande questione: chi cazzeggia 6 ore su 8, se prima lo faceva su internet ora lo farà in altro modo, ma continuerà a farlo.. Può essere sintomo di un mancato utilizzo delle risorse, ma questo discorso riguarda un altro tipo di “dottori”: quelli delle risorse umane, magari troppo impegnati a compilare buste paga piuttosto che offrire stimolanti condizioni lavorative.

    Ogni azienda ha la sua cultura, c’è addirittura chi a stento riconosce un sindacato e chi di un sindacato invece non ne ha nemmeno bisogno.

    La parola dottori, volutamente, è in corsivo.. volevo darle un’accezione simpatica, senza offendere nessuno, solo per far capire che a volte oltre alla cura occorre prevenzione. Curare significa bloccare l’accesso a chi ha dimostrato in passato di non sapersi gestire (a chi proprio non gliene frega nulla), prevenire significa diffondere la cultura di un uso corretto dello strumento.
    Ma la stessa cosa si può dire del telefono, dell’email, di skype..

    Dev’essere chiaro questo passaggio, poi chi si ostina a non capire, capirà con le cattive.. L’esempio più lampante è quello dell’impiegato che chiama il suo cellulare con il telefono dell’ufficio solo perchè sul mobile ha una tariffa di autoricarica. Questi comportamenti sono da punire, ma vogliamo bloccare a tutti le chiamate sui cellulari?

  8. 8

    Divertente leggere questo post e non riuscire a vedere l’immagine inserita per un blocco che abbiamo al lavoro :)

  9. 9

    Non posso che esser d’accordo con quanto esposto da Spillo, solo chi lavora all’ interno di un ente ICT ( ICT è l’acronimo di Information and Communication Technology, (cioè Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione, TIC, in italiano). Con questa sigla si intende l’insieme di studio, progettazione, sviluppo, implementazione, supporto e gestione dei sistemi informativi computerizzati, con particolare attenzione alle applicazioni software ed ai componenti hardware che le ospitano. Il fine ultimo dell’ICT è la manipolazione dei dati tramite conversione, immagazzinamento, protezione, trasmissione e recupero sicuro delle informazioni.

    I professionisti ICT sono caratterizzati da molteplici capacità di intervento, dall’installazione al design di architetture telematiche, dalla gestione di basi di dati alla progettazione di servizi integrati per la convergenza di informatica e telefonia nella telematica per i nuovi metodi di trasmissione dell’informazione.

    L’Information Technology è anche un ambito di studio che si occupa dell’archiviazione, dell’elaborazione, della trasformazione e della rappresentazione delle informazioni con l’aiuto del computer e delle tecnologie a esso connessi.)

    Scusandomi per la piccola parentesi, ma non tutti gli utenti non sanno che significa…
    Ma basterebbe analizzare questa parentesi per rispondere alla famigerata domanda … in azienda internet va bloccato o no ?

    Solitamente, parlo per esperienza vissuta, questi gruppi di persone son sempre sottodimensionati, e oltre a dover garantire il “perfetto” funzionamento di tutti i sistemi informativi all’ interno dell’ azienda, devono anche far fronte a tutto ciò che è innovazione, per non rimanere ancorati alla “clava”, ottimizzando i sistemi attualmente in uso, fare della ricerca e dei laboratori, per trovare ( in base al budget disponibile ) soluzioni sempre più prestanti, per farsì che i nostri cari utenti possano lavorare al meglio, salvaguardando il loro lavoro, e garantendo il più possibile la conservazione di tutto ciò che viene prodotto.

    Ora, immaginiamo per un momento questo bel gruppetto, alle prese con tutte queste attività, oltre a quelle di routine quotidiana ( backup, chiamate utenti, installazioni nuovi pc per utenti, reinstallazioni etc etc …) il dover rincorrere problemi sui pc dei propri utenti, perchè avventati nel fare le cose, o semplicemente si credono grandi esperti e poi finiscono per “introiare” completamente la macchina.

    L’ ICT è un ente di servizio, purtroppo non “produce”, ma da un servizio all’ azienda, se quest’ ente non funzionasse a dovere, sfido qualunque azienda a stare senza posta elettronica anche per qualche ora, vi assicuro che succede il delirio…

    Ebbene, prima di avventarvi contro questi “poveracci” che lavorano per voi, dietro le quinte, e cercano in tutti i modi di farvi sempre lavorare al meglio, sarebbe il caso che gli utenti tenessero bene a mente o meglio si prendessero quantomeno il mal di pancia di leggere prima di clikkare su domande, dare un ok di troppo, a volte fa sì che si scatenino una serie di problemi, e mi è già successo che purtroppo, il problema non si limiti al solo “sprovveduto”, ma poichè il computer fa parte di una LAN, ha infettato parecchi altri pc.

    Io non sono per il blocco totale, ben vengano programmi riconosciuti come il Websense e affini, poichè salvaguardano le macchine, impediscono il “cazzeggio”, aumentano la produttività di chi internet lo usa come strumento di aiuto per il proprio lavoro, e poi per carità, si possono anche vedere siti “puliti” di svago, per passare 10 minuti seguendo i propri interessi e hobbies, ben venga anche tutto questo.

    Capita anche a me, in qualità di membro ICT, di far uso di internet, sia x svago che per lavoro, e lo trovo utile e comodo, i tutti i sensi, ma se devo cazzeggiare all’ inverosimile per assurdo, preferisco farlo da casa mia, ma questa è una mia considerazione del tutto personale, visto che ad oggi avere internet a casa non è cosi proibitivo come un tempo.

    Per chiudere dico questo, se gli utenti fossero più attenti, a cosa e dove clikkano, il problema non si porrebbe nemmeno, è giusto fare di tutta l’erba un fascio ???
    No, non lo è … ma qui entrano in gioco le policies aziendali, sicurezza, e quant’altro che gli utenti, in quanto tali, non considerano nemmeno.

    Scusate il dilungarmi sull’ argomento, ma visto che è il mio lavoro, qualcosina la volevo dire … visto che gli utenti hanno sempre da parlare a sproposito, ma MAI una volta che dicono GRAZIE, per la corretta funzionalità ed efficienza dei sistemi.

    un saludos

  10. 10

    Come dici tu..se uno è un perdi tempo, perderà tempo in altro modo. Comunque è davvero insopportabile che un dipendente passi 3 ore su 8 a chattare. E soprattutto è ancora più scandaloso che un titolare abbia le mani legate e non possa intervenire, altrimenti viene considerato retrogrado o ottuso.
    Una persona viene pagata a ore e a fine mese i soldini arrivano, mi spieghi perchè BISOGNA NECESSARIAMENTE pagare 15 ore su 40 di svago a un dipendente?
    Ci saranno titolari indegni, ma ci sono anche molti dipendenti totalmente privi di buon senso, consci del fatto che non verranno mai licenziati per qualche ora di perdita di tempo. Ciao

  11. 11

    Anche io faccio il sistemista e amministratore di rete in alcune scuole e “piccole” ditte e studi medici. Vi assicuro che da quando ho imposto blocchi a chat, facebook e p2p oltre a funzionare tutto meglio le domande ricorrenti che più spesso mi vengono poste dagli utenti quando intervengo sono:

    non è possibile sbloccare facebook?
    come posso fare per scaricare la musica?
    qualche sitarello porno buono?

    SITARELLO PORNO? Ma lavorare no??? Purtroppo siamo in Italia (mi dispiace tanto dirlo) e per uno che ha voglia di lavorare ce ne sono 2 che non hanno voglia di fare nulla… questa è la verità. Senza contare che per una volta che “internet libero” fa “guadagnare” la ditta, altre 10 volte gli fa perdere 50? all’ora + iva del tecnico che interviene quasi sempre d’urgenza. Tanto non importa che sia una macchina server o un semplice terminale, quando si DEVE andare su facebook o alla ricerca di porno nessuno pensa ai possibili danni.

    P.S.- Altra bella domanda è… ma chi li fa questi virus? ma l’antivirus non funziona? Possibile che da quando Lei ha la manutenzione il mio pc è sempre pieno di virus? (domanda posta da una persona in seguito ammonita ufficialmente dopo la consegna dei log da parte mia al suo responsabile)

    Pensate a lavorare di più e cancellatevi da facebook che è solo una perdita di tempo e un’assurda dimostranza di puro esibizionismo e nient’altro…

    BUON LAVORO! ;-)

  12. 12

    Filippo è stato anche troppo diplomatico !
    Quando hai a che fare con con personaggi privi di qualsiasi etica professionale ( e mi riferisco a dirigenti, non semplici utenti ) che anzichè controllare la produttività dei propri collaboratori, sono i primi a “cazzeggiare” per ore sul web, è naturale (si fa per dire) che si crei un clima di “cazzeggio generale”.
    Altro che strumento di lavoro.
    Troppo spesso è utilizzato come passatempo in attesa di fine giornata.
    Il lavoro del CIO non è quello di bloccare tutti per colpa di qualcuno; ci sono tutti gli strumenti necessari per inibire l’accesso ad alcuni siti, ad alcuni utenti o per bloccarli totalmente.
    Inutile che ce la meniamo; in un azienda, grande o piccola che sia, i cazzeggiatori di professione sono noti a tutti e l’errore più grande che si può commettere è proprio quello di aprire con loro un dibattito sull’opportunità o meno di bloccare gli accessi alla rete
    Le modalità di applicazione possono essere ridiscusse o modificate ma le direttive aziendali (con le quali sono pienamente in sintonia) non sono argomento di discussione.
    Se poi la citata ottisità è causata da scarsa conoscenza tecnica allora questo è un altro argomento di discussione.

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