Blog design professionale
Pubblicato da Davide, domenica 18 maggio 2008 7 Commenti »
Il blog design professionale può diventare una vera attività?
Sempre più spesso vedo in giro siti web che vendono template per wordpress a prezzi accessibilissimi: da 45 a 99 dollari e hai un tema di qualità, originale e adeguato alla tue esigenze. Chiaramente questi siti “funzionano” perché hanno un volume di vendita ragionevole, che permette agli sviluppatori di fare prezzi decisamente concorrenziali. Generalmente si tratta di siti statunitensi, o al massimo indiani; ma in Italia c’è mercato per una attività come questa?
C’è davvero tutto questo bisogno di personalizzazione da parte di chi gestisce un blog quasi amatoriale? I template gratuiti, sotto creative commons, di certo non mancano: io stesso sono tra i “produttori”. Generalmente con qualche semplice modifica si riescono ad ottenere personalizzazioni interessanti.
Qual è il livello di personalizzazione che può spingere una persone ad acquistare un determinato tema? Io credevo fosse semplicemente l’unicità. Avere un tema unico, diverso da tutti e progettato sul proprio sito, permette di essere riconoscibile immediatamente e di fidelizzare gli utenti, abituandoli al proprio design.
Ma in alcuni casi c’è chi paga 99 dollari pur sapendo di non avere un tema unico, perché sarà acquistato anche da altri, esattamente uguale. C’è chi è disposto a pagare anche senza l’unicità: cosa cerca (e cosa trova) quindi in un tema a pagamento?
Sono domande aperte, che pongo a voi innanzi tutto per capire, oltre che per discutere. Io ho una vaga idea, ma prima di esprimermi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
7 Commenti »
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vik - Pubblicato il 19 05 2008 alle 00:08
beh, un tema che paghi intorno ai cento euro magari non è proprio unico, ma di sicuro è più raro da incontrare di un tema gratuito! Comunque sia mi sembra strano che un azienda non spenda qualcosina in più per acquistare tutti i diritti su quel tema.
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Davide - Pubblicato il 19 05 2008 alle 00:28
Si.. probabilmente un’azienda lo può fare: il tema unico costa dai 500 ai 1000 dollari più o meno.
Ma un utente normale, un “amatore” appunto.. Lui comprerà il tema e basta. In alcuni template poi non trovo tutta questa “professionalità” e “originalità”.. (qui ce ne sono diversi, giusto come esempio) E non so quante persone siano disposte a farlo in italia..
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camu - Pubblicato il 19 05 2008 alle 03:13
Mah, in Italia non c’è la cultura della rete, punto e basta. Leggevo in una delle tante statistiche che ancora oggi l’Italia è fanalino di coda nell’ecommerce. In America è tutto diverso, la gente investe nella rete, e c’è più cultura dell’acquisto. Un paragone non si può proprio fare.
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Overlord - Pubblicato il 19 05 2008 alle 11:36
Io di solito i temi me li faccio da me, però mi è capitato proprio in quest’ultimo periodo di comprare un tema. Non l’ho fatto per il design ma più che altro per alcune funzioni create dall’autore che avrei avuto difficoltà a creare io. QUindi se ci sono delle feature accattivanti io penso che valga la pena comprare.
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Davide - Pubblicato il 19 05 2008 alle 15:57
@camu: parzialmente vero.. indietro nell’e-commerce ma avanti nei social network. Poi certo, complessivamente c’è molta meno attenzione per tutto ciò che riguarda il web, ma stiamo crescendo. Credo che il freno sia soprattutto una divesra concezione: da noi la rete è vista come il luogo del gratis (mp3, film e chi più ne ha più ne metta..). Forse nemmeno centra la rete, ma la cultura della legalità.
@overlord: Ora però mi hai messo curiosità.. Dove hai fatto il tuo acquisto?
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Overlord - Pubblicato il 19 05 2008 alle 16:57
Eh adesso vuoi sapere troppo… :D l’ho preso da wpelements.com comunque
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camu - Pubblicato il 20 05 2008 alle 03:21
Che siamo avanti nel social network è normale: l’italiano è uno a cui piace chiacchierare, non è una novità. In un bar il primo ad attaccare bottone con la ragazza di turno è sempre l’italiano, mai il tedesco o l’inglese. Ma essere avanti nel social network non basta: significa essere meri fruitori, non leader della tecnologia, in questo mercato in espansione. Pienamente d’accordo sul “luogo del gratuito” che tra l’altro distorce lo spirito, ad esempio, dell’open source. Molte PA usano CMS gratuiti ma non contribuiscono al loro sviluppo, e se producono personalizzazioni o modifiche, non restituiscono questo valore aggiunto alla comunità, ma se lo tengono ben stretto. La cultura del “prendo più che posso, tanto è gratis” non funziona, se vogliamo essere al passo con il resto del mondo.