Aziende e ansia da dati personali
Pubblicato da Davide, Aggiornato lunedì 11 agosto 2008 5 Commenti »

Quella dei dati personali è una mania. Oggi tutti vogliono collezionare dati dei propri clienti, anche quando questi sono ancora potenziali. Succede così che la richiesta di dati personali diventa una barriera all’acquisto, qualcosa che mette l’azienda in cattiva luce di fronte al cliente che per la prima volta si avvicina.
Mi è successo con le case di antivirus. Dopo aver comprato (e pagato) il software Norton Internet Security e aver scoperto solo in fase di installazione che non è compatibile con Windows Vista, mi sono detto che era la volta buona per cambiare la suite di sicurezza. Un rapido sguardo alle comparazioni, ai commenti, poi si inizia a scaricare le versioni di prova.
Ho deciso di dare un’occhiata ai primi classificati (Kaspersky, F-Secure, Ashampoo) e ai più noti (McAfee, Norton, Panda). A parte Ashampoo, che offre il download gratuito senza chiedere nulla, tutti gli altri “regalano” il file di installazione soltanto a coloro che spontaneamente offrono i propri dati personali.
Ora ditemi voi a che serve sapere dove abito, se io voglio semplicemente provare un antivirus, per poi eventualmente acquistarlo. Il paradosso è che in tutte le descrizioni di questi software, viene indicata la protezione dei dati personali come una delle funzionalità vincenti, al giorno d’oggi un sacco di siti internet minacciano la nostra privacy richiedendo dati a sproposito.. Bene, fra questi mettiamoci allora anche i siti delle case produttrici di Antivirus.



C’è differenza tra cliente potenziale e cliente acquisito
Provare un software non significa essere clienti. Se per provare una felpa in un negozio di abbigliamento vi chiedessero la targa della macchina voi gliela dareste? Certo che no, eppure on-line tutti vogliono l’email.
Credo che un valore aggiunto nei servizi web sia proprio quello di poter accedere senza per forza dover fornire una mole spropositata di dati. Google, per fare un esempio, non ha mai chiesto la via in cui abito e il numero civico, non ho mai ricevuto una newsletter, eppure utilizzo tutti i giorni i suoi servizi. Qualcuno dirà che l’esempio è infelice perchè in quanto a privacy bigG la sa lunga, ma in tutti questi anni avete mai percepito una invadenza? Personalmente mai, mentre mi è bastata la pagina di registrazione di email.it per capire che sarei stato bombardato di newsletter..

Le imprese tradizionali
Collezionare i dati è una mania diffusa, non solo nel mondo del web, ma anche e sopratutto tra le aziende convenzionali. Coi dati dei propri clienti è molto più facile eseguire ricerche interne, capire a quali fasce di clientela rivolgersi, quali sono i soggetti che spendono di più e quali quelli su cui lanciare offerte promozionali.
Per aziende che trattano con grandi masse come banche, operatori telefonici, grande distribuzione, avere a disposizione questi dati è molto importante. Per una banca, sapere che i propri correntisti sono giovani e occupati piuttosto che anziani in pensione è utilissimo per poter fare progetti di investimento e campagne. Per una catena di distribuzione, sapere che i propri clienti provengono da una determinata città piuttosto che un’altra potrebbe aiutare a fare le giuste scelte in fase di apertura di un nuovo punto vendita.
Pochi giorni fa allo sportello della mia banca l’impiegato ha chiesto il numero di cellulare, certo non potevo negarlo, ma a cosa serve il mio numero di cellulare?! A cosa serve? Solo a far sentire il cliente un numero, come un dato dal quale ricavare il maggior profitto.
Vado in posta, stesso trattamento. Il computer “ha dimenticato i dati” e serve la fotocopia della carta di identità. Chissenefrega dei capelli castani e dei segni particolari, prendetevi tutte le informazioni e gioite!
Forse sulla privacy c’è fin troppo baccano, spesso i media ci fanno percepire qualsiaisi richiesta come inopportuna. Non dobbiamo vivere con la paura di dare un numero di telefono. Quando si tratta di dati utili, è giusto fornirli. Se mi iscrivo a un corso di tennis e l’istruttore chiede il mio numero di cellulare per comunicarmi gli spostamenti degli allenamenti, glielo darò volentieri. Se faccio acquisti on-line e mi faccio spedire a casa la merce di certo darò l’indirizzo senza problemi. Ma quando i dati non servono, l’unica funzione che esercitano sul cliente è quella di farlo allontanare, diffidente.
Azienda avvisata, mezza salvata.
5 Commenti »
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Matte5c - Pubblicato il 28 05 2007 alle 10:06
Ciao dade…..
Io in parte per risolvere il problema delle registrazioni e sopratutto delle inevtabili mille mail seccessice nella mia casella di posta, uso http://www.guerrillamail.com/
Questo sito ti consente di usare la mail per 15 minuti dopo verrà cancellata, non richiede registrazione ,niente di niente.
Dimmi cosa ne pensi
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Davide - Pubblicato il 28 05 2007 alle 12:59
Ciao matte.. (che fine hai fatto?!) :)
Comunque si, ci sono un sacco di servizi per l’email temporanea, e in questi casi sono comodissimi.. Ma è proprio il principio di fondo che è sbagliato: quando non serve l’email, perchè me la devono chiedere?!
Non conoscevo guerrila, è davvero svelto, grazie..
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antonio vergara - Pubblicato il 28 05 2007 alle 16:05
nis 2007 è compatibile con vista, ma io pur avendolo pagato ho deciso di installare su vista avg
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Alessandro Ronchi - Pubblicato il 30 05 2007 alle 10:57
Per scegliere l’antivirus ti consiglio anche di guardare qui:
http://www.av-comparatives.org/
Saluti, Alessandro
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Davide - Pubblicato il 30 05 2007 alle 17:40
Grazie alessandro, avevo dato un occhio ma ancora non ci sono le comparazioni di maggio 2007..
Antonio, ho scaricato l’aggiornamento di nis2007 per vista ma è tutto in inglese.. Ovviamente in assistenza non rispondono. Non che mi cambi la vita avere il software in italiano, ma siccome ho pagato..