Stiamo perdendo qualcosa..
Pubblicato da Davide, Aggiornato domenica 27 maggio 2007 Nessun Commento »

Non so bene cosa, ma c’è qualcosa che non torna.
Diverse situazioni: un unico filo conduttore. Sembra quasi che la gente abbia smesso di ragionare, stiamo perdendo il senso critico. Non so bene se sia colpa dei computer o dei programmi tv da prima serata, fatto sta che qualcosa non torna. Sempre più spesso mi capita di vivere situazioni paradossali, che vanno al dì là dei problemi da call-center..
La portinaia e le luci accese di giorno
Quotidianamente vado a studiare in biblioteca, da qualche tempo ho notato che le luci del porticato della Caserma Zucchi di Reggio Emilia (sede universitaria) restano accese di giorno. E’ un male comune a tante strutture pubbliche, ma visto che in questo caso finanzio io stesso con le tasse universitarie, provo a risolvere la faccenda.
Succede così che vado dalla portinaia per avvisarla dell’inconveniente: mi risponde che non ha la più pallida idea di dove si trovi l’interrutore, e non è compito suo. Devo rivolgermi in presidenza.
Provo a spiegarle che è un problema da portinaia e non da preside, ma non c’è verso. Ergo vado in presidenza, qui capiscono al volo il problema e telefonano in portineria.
Le luci così magicamente si spengono e si riaccendono alle 18.30 (ma fin che c’eravamo non si poteva impostare il timer alle 21?).
Le misure antitaccheggio
Nel pomeriggio mi reco al MediaWorld. Fuori dal centro commerciale dei cartelli con sopra corvi neri avvertono di non lasciare i portatili in auto perchè i malintenzionati hanno strumenti per rilevarne la presenza, anche nel baule. Entro così col mio bravo notebook e la signora all’ingresso pretende di imbustarmi la borsa. Imbustarmi la borsa?! Voleva mettermi la borsa a tracolla in un sacchetto di plastica sigillato. Provo a spiegargli che è ridicolo, se voglio rubare qualcosa non è un sacchetto di plastica ad impedirmelo. Sono un cliente onesto, non voglio girare all’interno del negozio con la scocciatura di dover portare il pc in mano.
Non c’è verso, si impacchetta o non si entra! Con un grande gesto di compassione mi lascia fuori la tracolla.. Nel frattempo entrano una decina di signore con borsoni più grandi del mio, ma loro hanno la fortuna di non portare i jeans.
Il meccanico
Succede che nella macchina si accende una spia: “Avvertenza controllo motore, contattare subito un concessionario”. Vado in officina, mi attaccano un dispositivo alla centralina e senza nemmeno accendere il motore individuano un guasto alla catena di distribuzione, morale della favola: 700 euro.
Non convinto vado da un altro, stessa procedura; ma stavolta si accende il motore e si controlla alla vecchia maniera. “La spia dice che c’è questo problema, ma il rumore del motore è regolarissimo.. Forse è il sensore che ha qualche problema, forse è colpa dell’impianto a GPL.. Prova a girare una settimana a benzina e vedi che succede, poi ripassi da me.”
Magari non c’azzecca, ma il metodo seguito è molto più convincente.
La via Emilia
Mentre torno a casa in via Emilia un serpentone di macchine infinito scorre tra le fumate nere dei TIR, un tramonto da dipinto è sullo sfondo. Ma pare che quasi nessuno se ne accorga, tutti corrono, suonano e fumano. Vorrei fermarmi per osservarlo anche solo qualche minuto, ma lo dovrò perdere.. Tutti quelli che erano per strada se lo sono persi.
Un signore con barba e capelli lunghi passa sul senso opposto in sella a una bicicletta. Il volto è noto, questo tizio l’ho visto già tre o quattro volte percorrere a piedi la via Emilia. Prima aveva solo uno zainetto, ora ha messo su la bici con due borse laterali. Una sorta di Forrest Gump italiano che ha deciso di percorrere avanti e indietro la via Emilia? Vorrei fargli una foto per pubblicarla, poi penso che non se lo merita. Se quella è una sua scelta, che resti anonima.
Ogni tanto stacchiamoci dal pc, guardiamoci un alba. Almeno finchè non torneranno in tv i Giochi Senza Frontiere. Non so voi, ma guardando La Stalla un po’ ne sento la mancanza.
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