Vendesi startup su ebay

Pubblicato da Davide, Aggiornato mercoledì 17 gennaio 2007 Nessun Commento »

vendesi web 2.0Forse è una coincidenza, ma la notizia mi fa riflettere.. A distanza di pochi giorni sono state messe in vendita su eBay due startup figlie dell’esplosione da web 2.0. Anche se non ho vissuto la bolla della net-economy degli anni ’90 (ero troppo piccolo per capire), c’è un movimento di fondo che mi evoca associazioni col fermento e gli entusiasmi del primo internet.

Adesso però le cose sono cambiate: il nuovo business è costruire un sito o un’applicazione 2.0, con tutti gli aspetti sociali e il mash-up del caso, farlo funzionare, guadagnare un buon bacino di utenti e poi vendere il tutto al miglior offerente. E’ successo con YouTube e JotSpot (comprati da Google), è successo con MyBlogLog (comprato da Yahoo), ma queste erano acquisizioni fatte dai due colossi a fini strategici: in un ambiente complesso e altamente instabile, è sempre bene monitorare le minacce ed eventualmente farle proprie. Per non parlare dell’acquisto eBay-Skype, ormai cronoca antica..
Degli ultimi giorni è invece la notizia della vendita spontanea di due siti web 2.0. ShoutCentral, una sorta di mySpace in miniatura, che dichiara di avere circa 1000 utenti ed è stato venduto all’asta per 13800 dollari su eBay. Ancora in corso è invece l’asta per Talkr, un servizio automatico che trasforma i testi in audio con l’ausilio di una voce femminile generata dal computer. Un servizio molto utile, soprattutto per l’accessibilità dei siti web, grazie a questo tool infatti chi ha problemi nella lettura visiva può sempre ricorrere all’audio. Il prezzo di riserva è 10000 dollari, davvero briciole se pensiamo alle potenzialità di questa applicazione.


Ovvio che non si comprano queste cose per far propri gli utenti (che sono una piccolissima parte degli internauti globali), ma per fare propria la tecnologia. E le si comprano a modici prezzi, non ci sono più le spese folli del primo internet, non ci sono più notizie da prime pagine. C’è semplicemente qualche bravo ragazzo, qualche gruppetto di sviluppatori che hanno ottenuto i giusti finanziamenti per mettere in piedi una startup e che ora, raggiunta una data dimensione critica, decidono di affidare le proprie fatiche a un corporate robusto, in grado di garantire un futuro alle loro creazioni. Certo è una buona pubblicità, non credo che questa gente poi venga abbandonata dal mercato, ma in fondo è anche un grosso limite.

Se i grandi attori inglobano tutto, alla fine niente di veramente “nuovo” esce dalla fase embrionale.. Non saprei se sia un bene o un male, ci toccherà attendere qualche anno per capire gli effetti di queste acquisizioni. Una cosa è certa: qualcosa ribolle in pentola.

Questo fermento, questo costante sforzo di emergere, quest’aria fresca, si respira ogni giorno navigando sul web. Non passa una giornata senza scoprire il nuovo servizio PincoPallino, segnalato dal blog TalDeiTali. Peccato che ancora una volta quest’aria fresca non esista qui da noi, nella nostra cara rete italiana, dove le uniche cose che fanno notizia sono i video-scandalo che appaiono su YouTube; mentre i giganti fanno un’innovazione proprietaria (la tv di telecom che ci vuole il modem apposta, la tv di fastweb che funziona solo con fastweb..), i piccoli fanno fatica ad emergere: un po’ perchè i soldi non si trovano, un po’ perchè gli utenti ancora sono analfabeti..

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